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Fare i conti con sé stessi e con i propri fantasmi non è facile. Lo sanno bene i protagonisti di questi racconti: un tassista anarchico, un calciatore fallito, un bambino sveglio e così via. Figli di padri assenti. Giovani e meno giovani che vivono drammi quotidiani. Personaggi con un passato che si ostina a ritornare, come una ex che non si è mai arresa. Persone alla ricerca costante di quel qualcosa che ne faccia valere realmente la pena. E quel qualcosa spesso è l'amore, che più è struggente e più è reale. Quella Roma "puttana, bastarda e bellissima" non può che fare da sfondo agli intrecci che Alessio Dimartino crea in Bimbi sperduti, pirati guatemaltechi e suonatori di mandolino con un linguaggio diretto, sconcio quando serve, tagliente come l'aria nelle mattine d'inverno. Sono storie che arrivano forti come un pugno nello stomaco, lasciando sempre un finale piuttosto enigmatico, come a voler dire "puoi intuire da te com'è andata a finire la cosa...forse...".